Addestramento al fallimento: benefici o danni?

Addestramento al fallimento: benefici o danni?

Allenamento al fallimento: benefici o danni per gli uomini anziani sani: uno studio clinico randomizzato. Questo studio ha confrontato gli adattamenti neuromuscolari che si sono verificati durante l’allenamento competitivo eseguito da uomini anziani in una modalità concentrica “fino al fallimento” e “non fino al fallimento”.

Un totale di 52 uomini di 66,2 ± 5,2 anni hanno partecipato allo studio e sono stati divisi in tre gruppi: il gruppo “prima del fallimento” (n = 17), il gruppo “non prima del fallimento” (n = 20) e il gruppo “non prima del fallimento” ma uguale per volume di allenamento al gruppo prima del fallimento (n = 15).

I partecipanti sono stati valutati misurando la coppia di picco durante l’estensione isometrica del ginocchio, la forza massima durante gli esercizi di leg press e di estensione del ginocchio, lo spessore del muscolo quadricipite, la tensione specifica, il tasso di sviluppo della coppia a 50, 100 e 250 ms, il contro-salto, lo squat con salto fuori e l’attività neuromuscolare massima dei muscoli largo laterale e retto femorale. L’allenamento competitivo è stato eseguito due volte a settimana per 12 settimane. Oltre ad eseguire il programma di allenamento della forza, ogni gruppo è stato sottoposto anche ad un allenamento di resistenza nella stessa sessione.

Addestramento al fallimento: benefici o danni?

Addestramento al fallimento: benefici o danni?

Alla fine del programma i partecipanti di tutti i gruppi avevano migliorato le seguenti misure: forza massimale negli esercizi di leg press e di estensione del ginocchio, velocità di picco negli esercizi di contrabbasso e di jump squat, velocità di sviluppo della coppia, tensione specifica e attività neuromuscolare massimale del muscolo largo laterale della coscia (P < 0,05-0,001). Lo spessore del muscolo quadricipite femorale è aumentato solo nel gruppo ‘al cedimento’.

Questi risultati indicano che l’esecuzione di allenamenti concentrici “fino al cedimento” non fornisce ulteriori miglioramenti nell’interazione neuromuscolare e nell’ipertrofia, e che anche un piccolo numero di ripetizioni rispetto al massimo possibile (cioè il 50%) è ottimale per migliorare l’interazione neuromuscolare negli uomini anziani. Inoltre, il volume di allenamento è un indicatore più significativo per lo sviluppo dell’ipertrofia rispetto all’allenamento al cedimento.

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